Nicolò Martinenghi incontra i ragazzi e le ragazze del liceo scientifico Fermi.

La chiamano “resilienza”. Significa “forza di rialzarsi”. Da cadute, incidenti, infortuni, delusioni, battute d’arresto. A questa forza ha fatto appello Nicolò Martinenghi, campione olimpico a Tokyo con due medaglie di bronzo nel nuoto, specialità rana. Ne ha fatto riferimento anche oggi, come ospite dell’istituto Fermi di Castellanza. Presentato dalla dirigente Ivana Morlacchi e dal docente Roberto Merlo, davanti a tutte le classi del liceo scientifico sportivo, il giovane campione ha squadernato la sua esperienza di vita e sport a tutto tondo, partendo dagli inizi, insospettabili per un campione di nuoto: “Parto con una passione bruciante per il basket. Feci lo scientifico sportivo e sono oggi felice per questa scelta che si avvicina alle scuole di stampo americano. Vi do il consiglio di instaurare amicizie e legami forti tra voi”. Difficili per lui sono stati i lunghi mesi di stop imposti da un infortunio affrontato con tanta determinazione: “Ai mondiali giovanili ho iniziato a vincere che avevo 17 anni. Allora capisci che non puoi buttare via il tuo tempo. Grave fu l’infortunio che mi ha lasciato lontano dalla vasca. Venivo da un anno perfetto a livello sportivo ed è stato difficile reagire, dopo otto mesi fermo, ma lo sport insegna anche questo: a rialzarsi e a guardare sempre il bicchiere mezzo pieno”. La raccomandazione di Martinenghi al suo giovane pubblico è stato di dare sempre il massimo: “Quando scendo in acqua do sempre il 100% e le soddisfazioni non mancano mai. In particolare nel 2019 quando mi sono qualificato per l’Olimpiade dove poi avrei conquistato due bronzi”. Un paio di filmati proiettati per l’occasione hanno permesso di rivivere le emozioni delle imprese di Martinenghi nelle acque chiuse di Tokyo e durante gli ultimi campionati europei.

olimpiadetokyo2020 #nuoto